Alla Corte costituzionale il 68% di ricorsi in meno

Il Sole 24 Ore – 

Alla Corte costituzionale arrivano sempre meno ricorsi. In dieci anni le cause sono diminuite del 68%: si è passati dai 950 atti di promovimento del 2007 ai 308 dell’anno scorso. Un calo a cui corrisponde una contrazione delle pronunce, che nel 2007 erano 464 e un decennio dopo si sono ridotte a 281.

Il minore coinvolgimento dei giudici costituzionali sembrerebbe, però, non riguardare la materia del conflitto tra Stato e Regioni sulle competenze disegnate dal Titolo V così come riformato nel 2001. Le liti tra Roma e le amministrazioni regionali erano, in effetti, calate nel 2016 e sulle prime si poteva pensare potesse essere anche un effetto della riforma costituzionale, poi bocciata dal referendum di dicembre di quell’anno. Nel 2017, invece, i ricorsi tra il Governo e le Regioni sono stati 95, riportandosi ai livelli del passato.

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Non è certo (solo) da questi numeri che si pesa la centralità di una Corte suprema in un ordinamento giuridico. Quanto piuttosto dalla capacità di interpretare quella funzione di tutela della “giustizia della legislazione”, nel cui esercizio sono continuamente messe in gioco le qualità della vita, della convivenza di tutti, come sottolineava pochi mesi fa l’allora presidente della Consulta Paolo Grossi.

Certo però almeno sul piano quantitativo sono abbastanza impressionanti i dati che testimoniano il calo progressivo e, pare, inarrestabile, dei casi in cui la Corte costituzionale viene chiamata in causa.

Il crollo del contenzioso

In 10 anni, infatti, gli atti di promovimento sono crollati dai 950 del 2007 ai 308 dell’anno scorso. Con una, a sua volta, pesante riduzione del numero delle ordinanze di rimessione, passate dalle 857 del 2007 alle 190 dell’anno scorso. A diminuire sono di conseguenza anche le decisioni, che sono state 281, un dato inferiore a quello del 2016, -3,7%, confermando la tendenza, a partire dal 2014, che non vede superare i 300 provvedimenti.

Con una profondità di visione più accentuata, poi, stando ai dati della Corte, se si scompone il ventennio passato in periodi di 5 anni, si osserva che il valore medio delle decisioni è stato di 490 tra il 1997 e il 2001, 462 tra il 2002 e il 2006, 395 tra il 2007 e il 2011, e 299 tra il 2012 e il 2016.

Il conflitto Stato-Regioni

Un calo che sembra non investire il versante del conflitto tra Stato e Regioni. Per quanto, infatti, i ricorsi in materia di Titolo V dimostrino dal 2002 a oggi un andamento altalenante – con un picco negli anni dal 2010 al 2012 (in quest’ultimo anno si è raggiunta la cifra record di 193 cause) – il contenzioso sulle competenze non accenna a diminuire. La situazione registrata nel 2016 con 77 ricorsi – il minimo storico dopo i 50 fascicoli arrivati alla Corte nel 2007 – e che faceva pensare a un’inversione di tendenza del cospicuo braccio di ferro tra Roma e la periferia (anche sull’onda della riforma costituzionale, poi bocciata dal referendum di dicembre 2016), in realtà si è dimostrato solo un dato contingente. L’anno scorso, infatti, i ricorsi sul Titolo V sono tornati a crescere, raggiungendo la cifra di 95. Insomma, il minor lavoro di cui viene investita la Consulta non sembra, al momento, addebitabile al conflitto sulle competenze.

Anche le decisioni confortano questo dato. Il lavoro della Consulta per comporre i dissidi tra il Governo e le Regioni continua, infatti, a mantenersi elevato: l’anno scorso sono state prodotte 106 tra sentenze e ordinanze, quante quelle dell’anno precedente e in linea con 2014, quando furono 96. Certo, c’è stato un momento – anche in questo caso tra il 2010 e il 2013, in cui le performance della Corte erano ancora più alte, con oltre 140 decisioni l’anno – ma l’attività ha conosciuto pure fasi di minor intensità: tra tutte – tralasciando le 13 e le 52 sentenze del 2002 e 2003, anni a ridosso del debutto del nuovo Titolo V della Costituzione, avvenuto nel 2001 – il 2007, con 72 decisioni.

In oltre sedici anni – considerando anche i primi sette mesi e mezzo di quest’anno – dalla Consulta sono uscite, sempre in tema di conflitto Stato-Regioni, 2.110 sentenze a fronte di 1.746 ricorsi (il numero dei verdetti è più alto perché a una causa possono corrispondere anche più decisioni).

I giudici si sono dimostrati “equanimi”, dando ragione in misura quasi uguale al Governo e alle amministrazioni regionali: dal momento della riforma del Titolo V sono state, infatti, 560 le sentenze di illegittimità costituzionale pronunciate a fronte di ricorsi presentati da Roma, contro le 554 originate da cause promosse dalla periferia.

La Regione più conflittuale è la Toscana, con 86 ricorsi presentati a oggi, seguita dalla provincia autonoma di Trento, con 69 cause.

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Antonello Cherchi
Giovanni Negri
Marta Paris IL CROLLO DEI RICORSI Atti di promovimento davanti alla consulta di cui per il Titolo V di cui per il Titolo V 950 308 2007 2017 2002 2017 Fonte: Corte costituzionale – Uf cio studi – Banca dati Regione Emilia Romagna Nota: per ciascuna Regione sono conteggiati sia i ricorsi presentati da quella Regione contro lo Stato sia quelli dello Stato contro la Regione; anche il numero delle sentenze è complessivo. Il numero delle sentenze può risultare superiore a quello dei ricorsi perché a uno stesso ricorso possono corrispondere più sentenze o ordinanze Fonte: banca dati della Regione Emilia Romagna (dati aggiornati ad agosto 2018) I con itti davanti alla Corte costituzionale sul nodo delle competenze tra Stato e Regioni dopo la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 IL CONTENZIOSO STATO-REGIONI Il numero di decisioni della Corte costituzionale in ciascuno degli anni dal 2002 al 2017 IL TREND DELLE DECISIONI 106 67 75 98 78 86 44 74 71 20 76 44 58 107 76 78 149 57 59 100 124 99 53 95 600 500 400 300 200 100 0 536 13 281 106 di cui per con itto Stato-Regioni Liguria 100 Toscana 192 Lazio 47 Umbria 78 Campania 111 Puglia 108 Basilicata 69 Calabria 76 Sicilia 70 Piemonte 70 Sardegna 88 Trentino A. A. 21 Valle d’Aosta 69 Lombardia 79 Regione Ricorsi Sentenze 112 Trento Marche 93 Veneto 192 Friuli V. G. 108 Abruzzo 96 Molise 43 Emilia R. 192 96 TOTALE Bolzano 2.110 1.746 Davanti ai garanti della CostituzioneIL NUOVO «TITOLO V» IN TRE DATE La riforma I nuovi assetti sottoposti a referendum  Nell’ottobre un referendum confermativo approva la riforma del Titolo V, che diventa la legge del , entrata in vigore l’ novembre 2001 Il picco Dopo 10 anni il contenzioso raddoppia  Le cause sul Titolo V presentate alla Corte nel sfiorano quota , il doppio di quelle di qualche anno prima. La crescita si registra dal ( ricorsi) e nel si arriva ai 2012 L’insuccesso Il restyling della Carta non passa  Nel un altro referendum boccia la riforma Renzi-Boschi, che investiva tutta la Costituzione, cancellando anche la legislazione concorrente 2016

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